Dragon Ball Legends

  1. Dragon Ball(manga)

    AvatarBy Son Goku Jr il 29 April 2012
     
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    Produzione [modifica]

    Il fumetto fu pubblicato ad episodi sulla rivista settimanale Shōnen Jump dal 1984 al 1995, per un totale di 519 capitoli, e poi raccolti in 42 tankobon dal 15 settembre 1985 al 4 agosto 1995, ancora oggi continuamente ristampati. La prima edizione italiana di Dragon Ball fu stampata da Star Comics dal 1995 al 1997 sulla collana Dragon; era formata da 62 volumi (infatti ogni volume conteneva 128 pagine contro le 173 della versione originale), ed è stato il primo manga pubblicato in Italia a essere letto da destra verso sinistra, cioè rispettando l'impaginazione originale nipponica. La prima ristampa (Dragon Ball Deluxe 1998-2001), unica a non essere censurata, è formata da 42 volumi, la seconda ristampa (Dragon Ball New 2002-2005, uscita anche con sovraccoperta esclusivamente per le fumetterie con il nome Dragon Ball Book) è composta sempre da 42 volumi, ma contiene alcune censure causate da alcune proteste, e la terza ristampa (Dragon Ball Perfect Edition 2006-2008), anch'essa censurata, è formata da 34 volumi ed è conclusa da un finale alternativo disegnato recentemente dallo stesso Toriyama (questa ristampa è stata pubblicata anche in Giappone). Una quarta ristampa (Dragon Ball Evergreen Edition) è attualmente in corso di pubblicazione a partire da fine ottobre 2011, sempre in 42 volumi, con le copertine dalle prima edizione giapponese, con l'aggiunta dei commenti dell'autore, non presenti nelle vecchie edizioni, ed è priva di censure. [1][2]
    Considerato ormai alla stregua di un prodotto internazionale (la produzione riguardante Dragon Ball ha ormai raggiunto tutto il mondo e consta di videogiochi virtuali, laser disc, DVD, cassette home video, pupazzetti, gadget, ecc.), Dragon Ball è stato pubblicato in ben 15 paesi: USA, Hong Kong, Cina, Italia, Francia (primo paese europeo a trasmettere l'anime), Grecia, Spagna, Corea, Thailandia, Australia, Indonesia, Serbia, Svizzera, Belgio e Canada.
    Serie anime [modifica]

    Per approfondire, vedi le voci Dragon Ball (anime), Dragon Ball Z, Dragon Ball GT e Dragon Ball Kai.
    Dal fumetto sono state tratte quattro serie anime. La prima serie è intitolata Dragon Ball (1986-1989), 153 episodi, il quale ripercorre la narrazione a partire dall'incontro fra Bulma e Goku fino alla sconfitta di Piccolo durante il 23° Torneo Tenkaichi (volumi 1-16), proseguendo con una saga originale narrante il matrimonio fra Goku e Chichi.
    La seconda serie è intitolata invece Dragon Ball Z (1989-1996), 291 episodi, il quale ripercorre la narrazione a partire dall'attacco di Raditz fino alla fine del manga (volumi 17-42), anche qui vi sono due minisaghe aggiuntive. Visto il successo delle prime due serie, la Toei Animation decise di creare una terza serie anime, intitolata Dragon Ball GT (1996-1997), 64 episodi. Quest'ultima serie rappresenta l'ultimo filone narrativo della serie di cui non esiste il manga, in quanto creata appositamente per la televisione. Essa ha inizio al ritorno di Goku dall'allenamento con Ub fino all'incontro tra i discendenti di Goku e Vegeta. Per festeggiare il 20º anniversario della seconda serie è stato creato un restyling ad alta definizione dello Z, ovvero Dragon Ball Kai (2009-2011), 97 episodi, il quale copre gli eventi dall'arrivo di Raditz fino alla sconfitta di Cell.Molte delle differenze tra i nomi del manga originale e quelli del manga in italiano sono dovuti al fatto che gli ideogrammi giapponesi si possono traslitterare in caratteri occidentali in più modi:[3] per esempio in giapponese la u non si pronuncia quasi, quindi la si può omettere nella traslitterazione, oppure la l e la r sono equivalenti ecc. Per questo motivo Kuririn può essere traslitterato anche in Crilin (come viene chiamato nell'edizione italiana del manga) perché la u non si pronuncia e può essere omessa, la seconda r può anche essere sostituita con la l e la K può essere sostituita con la C perché hanno lo stesso suono. Altre differenze sono dovute al fatto che alcuni nomi originali sono stati tradotti in italiano: per esempio poiché Uranai Baba significa in giapponese vecchia chiaroveggente, è stata chiamata in italiano Vecchia Sibilla; allo stesso modo Kami (spesso chiamato Kami-sama in segno di rispetto) significa letteralmente "Dio" e per questo motivo è stato chiamato Dio nella versione italiana. Anche "Stregone del Toro" (Gyumao) e "Grande Mago Piccolo" (Pikkoro Daimao) sono traduzioni letterali del nome originale. Altre differenze sono dovute al fatto che i giapponesi scrivono in romaji (giapponese traslitterato in caratteri occidentali) i nomi inglesi (esempi: Furiza al posto di Freezer, Ginyu al posto di Ginew, Jisu al posto di Jeeth) in modo da adattarli all'alfabeto e alla pronuncia giapponese[4] e la Star Comics li ha semplicemente scritti come li si scriverebbe in inglese.Sono apparse tempo fa un paio di parodie basate sul manga di Toriyama, ma oggigiorno sono piuttosto rare da trovare a causa delle piccole dimensioni delle case editrici e del loro successivo fallimento:
    Dragon Ball AF: ipotetica serie di cui è circolata la storia in Internet per anni ma di cui Akira Toriyama, autore del manga originale, ha sempre negato di essere l'artefice. La voce si è susseguita anche sulle riviste specializzate, e data la popolarità delle serie originali ha avuto una risonanza mediatica molto marcata, tanto da essere citata in numerosi fansite di tutto il mondo e dando vita a molteplici fan fiction, spesso spacciate per essere le trame autentiche della fantomatica serie. L'inconsistenza delle voci ha fatto supporre (e in seguito confermare) che si trattasse di una bufala. Si ritiene infatti che la sigla AF sia l'acronimo di Another Future, o di April's Fool (pesce d'aprile). In questa storia, tra l'altro, si parla di un ipotetico quinto livello di Super Saiyan. Nel 2008 un gruppo di mangaka ha creato un dōjinshi (manga in proprio) su Dragon Ball AF traendo spunto da quella che oramai può essere considerata una leggenda metropolitana, il fumetto in questione è stato presentato alle mostre fumetto Comiket riscuotendo un notevole successo. Questo dōjinshi comunque non è ufficiale né può essere esportato in altri paesi o trasposto in anime non possedendo alcun tipo di licenza o copyright dall'autore originale, ha perciò il valore di una comune fan fiction.
    Dragon Fall: serie argentina realizzata da un gruppo di disegnatori chiamato Hi no Tori Studio sullo stile di Dragon Ball Z, pubblicato in Italia dalla casa editrice Marenero. Dragon Fall riprende abbastanza bene lo stile di disegno di Toriyama e aggiunge innumerevoli altre parodie di manga, fumetti, film e cartoni alla parodia principale. Sebbene la serie in originale fosse molto lunga, tanto da toccare tutto Dragon Ball Z e anche Dragon Ball GT, in Italia è apparso solo il primo numero, dato che la Marenero è fallita subito dopo la sua pubblicazione.
    Dragor Pall: un fumetto demenziale e satirico ispirato ai personaggi di Toriyama, pubblicato dalla casa specializzata in parodie Zero Press.
    Dragon Ball X: nome a cui corrisponde un hentai dōjinshi pubblicato anche in Italia, che vede come protagonisti Goku e Chichi, collocato nell'intervallo concesso da Cell prima del Torneo Tenkaichi da lui stesso indetto. Per estensione, è diventato un nome generico a cui sono associati immagini e diversi dōjinshi di Dragon Ball.
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Comments
  1. Innybeqo
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    2/5/2012, 17:00     +1   -1
     
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    il manga non mi piace tanto perché penso che il manga non ti da le emozioni che ti da un anime.
     
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